VENERDI SANTO: CONTEMPLIAMO IN SILENZIO LA CROCE
P. Vincenzo: «Non deve essere una Pasqua triste, perché Gesù è risorto e la luce ha vinto sulle tenebre e siamo certi che ritornerà la bellezza del tempo, della gioia, sempre dopo il tunnel la luce torna a risplendere».
10-04-20
“O crux, ave spes unica”, “salve o Croce, unica speranza”: così recita l’inizio di una strofa dell’antico inno alla Croce di Venanzio Fortunato, poeta e vescovo di Poitiers.
Oggi Venerdì Santo, impossibilitati a poter celebrare comunitariamente la liturgia della Passione del Signore, vi invito a mettere ben in vista nelle vostre case, un Crocefisso, creando un angolo di preghiera della casa dedicato solo all’incontro con Dio. Oggi la Croce è al centro di questo giorno di silenzio. Ogni famiglia si metterà dinanzi alla Croce e guarderà Gesù crocifisso: le parole cedano il posto alla contemplazione, al silenzio, un silenzio capace di farci gustare la tenerezza e l’infinito amore di Dio Padre per ciascuno di noi e per tutta l’umanità.
Siamo invitati a sostare in silenzio, in questo giorno santo, dinanzi alla Croce di Cristo, a contemplare il suo amore “sino alla fine” e a riscoprire nell’amore del crocifisso il senso della esistenza, del soffrire e anche del morire: è dalla croce che impariamo ad amare come ha amato Gesù, soprattutto gli ultimi, gli anziani, le persone fragili, i deboli, i poveri, i malati. È, infatti, nel saper guardare la croce che il cristiano diventa adulto nella fede e pieno di umanità nella carità, nella solidarietà, nella condivisione e nell’accoglienza.
Impariamo dal silenzio della Croce, in un tempo segnato dal troppo parlare a proposito o a sproposito, a tacere, a non pretendere di avere sempre l’ultima parola, a non giudicare, a non puntare il dito nei confronti di chi sbaglia, a saper perdonare. I Vangeli mostrano che Gesù, più si inoltra nella passione, più perdona, più tace ed entra nel silenzio più profondo. Sul Calvario, da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, ora della morte di Gesù, regnano buio e silenzio: un silenzio che è espressione del mistero d’amore di Dio; un silenzio che ascolta il grido di dolore di una umanità immersa nella disperazione e nell’angoscia; un silenzio che permette di ascoltare i palpiti del cuore di Dio che soffre con noi e per noi in questo difficile tempo di coronavirus; un silenzio che richiama con forza ogni uomo, che sta portando con Cristo in questi giorni il peso della croce e della sofferenza.
Il Venerdì Santo, non è un giorno di lutto: è il giorno del silenzio, dell’attesa, perché Cristo non muore per sempre e la morte non ha l’ultima parola. Il legno della morte apre la strada alla Domenica di Pasqua durante la quale contempleremo l’annunzio gioioso che Cristo è risorto!
Domani, sabato santo, saremo introdotti nella veglia pasquale attraverso la preghiera e la contemplazione del volto di Cristo, fulgida testimonianza dell’amore di Dio per l’umanità, certezza di vittoria sul male.
Cari fratelli e sorelle, ritornerà il tempo degli abbracci, della gioia, della fiducia. Questo periodo, così doloroso e duro, forse ci ha aiutato a capire cosa sia realmente la Quaresima: è per noi cristiani l’attraversamento del deserto, ma non per giungere a una terra promessa qualsiasi, ma ad un traguardo unico: la Luce Pasquale, Gesù il Risorto, il Vivente, che è lo stesso ieri, oggi e sempre.
Oggi, Venerdi Santo, guardando la Croce avvertiremo nel silenzio della nostra casa e nel silenzio del nostro cuore che l’Amore ha vinto sul male, che la speranza non delude, che Dio non ci lascia soli, che non deve essere una Pasqua triste, perché Gesù è risorto e la luce ha vinto sulle tenebre e siamo certi che ritornerà la bellezza del tempo, della gioia, sempre dopo il tunnel la luce torna a risplendere.
P. Vincenzo