30 SETTEMBRE 2018: LA DOMENICA DELLA PAROLA, UNA FESTA CON LA BIBBIA
La Domenica della Parola è un’occasione speciale per raccogliere il popolo di Dio attorno alla Bibbia, come ci invita a fare papa Francesco. Una giornata di festa e celebrazione per rimettere al centro della vita, accanto all’Eucaristia, l’ascolto della Sacra Scrittura, attraverso esperienze e momenti di lettura, approfondimento e riflessione spirituale da vivere in comunità.
25-09-18
Dopo il concilio Vaticano II, nella Chiesa cattolica l’amore per la Bibbia è cresciuto in tanti modi. Sono cambiati la preghiera, la liturgia e anche l’approccio alla teologia. Ma non si è ancora affermata pienamente nel popolo di Dio la familiarità con la parola di Dio. Probabilmente è stato questo il motivo che ha spinto Papa Francesco a dedicare, al termine dell’Anno giubilare della misericordia, una domenica a questo inesauribile tesoro: «Sarebbe opportuno che ogni comunità, in una domenica dell’Anno liturgico, potesse rinnovare l’impegno per la diffusione, la conoscenza e l’approfondimento della Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo. Non mancherà la creatività per arricchire questo momento con iniziative che stimolino i credenti ad essere strumenti vivi di trasmissione della Parola» (Misericordia et misera 7).
Aprire la Bibbia per chi crede è come varcare la soglia di una porta che si affaccia sul mistero di Dio: dalle pagine dell’Antico Testamento a quelle del Nuovo, essa è custode dell’identità dei credenti e luogo della manifestazione di Dio.
Proprio per tale ragione, il libro della Bibbia è da sempre esposto alla venerazione dei credenti, quale spazio della manifestazione di Dio, la cui Parola crea, plasma, rinnova, forgia. Ne sono un esempio molto esplicito sia la tradizione ebraica sia quella della Chiesa antica. La tradizione ebraica riserva ai rotoli della Torah un culto particolare: li veste, li bacia, li incorona, li accompagna con espressioni di gioia quando essi attraversano l’aula della Sinagoga per essere portati dalla nicchia o “Arca” che li custodisce al “Trono” della proclamazione.
Similmente, nella tradizione bizantina, la Parola veniva intronizzata durante la celebrazione con una vera e propria processione accompagnata da canti ed espressioni di gioia, creando un significativo parallelismo tra l’ingresso della Parola e l’ingresso di Gesù in Gerusalemme. Segni evidenti e chiari di come il libro sacro sia molto più di un semplice testo.
Parola ed eucaristia
C’è un rapporto molto stretto tra la parola di Dio e l’eucaristia. San Girolamo scriveva: «Io penso che il Vangelo è il Corpo di Cristo; io penso che le Sante Scritture sono il suo insegnamento. E quando egli dice: “Chi non mangerà la mia carne e non berrà il mio sangue” (Gv 6,53), benché queste parole si possano intendere anche del mistero eucaristico, tuttavia il corpo di Cristo e il suo sangue è veramente la parola della Scrittura, è l’insegnamento di Dio. Quando ci rechiamo al mistero eucaristico, se ne cade una briciola, ci sentiamo perduti. E quando stiamo ascoltando la parola di Dio, e ci viene versata nelle orecchie la parola di Dio e la carne di Cristo e il suo sangue, e noi pensiamo ad altro, in quale grande pericolo non incappiamo?». Di fronte a queste parole, Benedetto XVI commentava: «Cristo, realmente presente nelle specie del pane e del vino, è presente, in modo analogo, anche nella Parola proclamata nella liturgia » (Verbum Domini 56).